Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/141

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t .fi senza modo, ma come spasimala corre moria ad ogni volontà perversa; dilettasi di slare nel talamo-e cubicolo dello sposo suo, dove I)io manifesta se medesimo ii lei, e dose vede le diverse mansioni cbe sono nella casa del Re eterno; e però gode ed ha in reverenzia ogni modo differente che vedesse nelle sue creature, giudicando in ogni cosa la volontà di Dio e non la volontà degli uomini, così è liberala da falso giudicio, che non giudica, nè si scaudelizza nell’operazioni di Dio, nè in quelie del prossimo suo; il diletto e vita eterna che gusta questa anima, Dio vel facci provare per sua infìntiti misericordia, perocché con lingua, nè con inchiostro non il voglio, nè posso narrare; sicché avete che ci fa perseverar fermi nella casa del cognoscimento ili noi; e chi vi ci conduce e dove lo troviamo, detto è, che il lume ci guida, trovianla nella dottrina di Cristo crocifìsso, come detto è, e l’orazione vi ci serra e conserva dentro, e così è la verità. Adunque voglio, carissimo e dolcissimo figliuolo, che acciocché potiate compire il volo della canta obedienzia, alla quale novellamente sete intralo, sempre stiate nella casa del cognoscimento di voi, perchè in altro modo non potreste osservare; e però dissi, ch’io desideravo di vedervi in questa casa, del cognoscimento. Questa casa, poiché i nemici ne sono cacciali e morto il principale nemico della volontà sensitiva, ella si riempie e s’ adorna dell adornamento delle virtù. A questo voglio che sludiate, perocché non basterebbe se la casa fusse vota, e non si riempisse: io voglio che sempre stiate in questo cognoscimento di voi, ed in voi cognoscere il fuoco e la bontà della carità di Dio. Questa è quella cella, la quale io voglio, che per l’isola ed in ogni luogo la portiate con voi in ciò che avete a ‘/are,

non l’abbandoniate mai nel coro, nel refettorio, nella congregazione, nelli esercizj, ed in ciò ebe avete a fare vi frignate in essa; c \oglio, che nell’orazione attuale sempre si drizzi 1’ intelletto vostro alla considerazione dell’ affetto della carità di ‘Dio più che nel