Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/24

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24 so e posso, che voi siate quel dolce fiore, che giltiale odore dinanzi a Dio e nelli sudditi vostri; e siccome pastore vero, ponere la vita per le pecorelle vostre, se bisogna,, commendo il vizio, e confermando le virtù nelli virtuosi: il non correggere infracida, sì come fa il-membro corrutto nel corpo corrutto dell’uomo.

Abbiale dunque 1’ occhio sopra voi e sopra li sudditi vostri, e non vi pa j duro a divellere queste barbe, perocché molto vi sarà più dolce il frutto che la fatica amara. 0 padre carissimo, raguardate allo ineffabile amore che Dio ha alla salute nostra. Aprite l’occhio a vedere gli smisurati beneficj e doni suoi. Or egli è maggiore amore, che ponere la vita per l’amico suo? molto dunque maggiormente è da commendare colui che ha posta la vita per li nemici suoi. Or non si difendano più i cuori nostri, ma tragansi la durizia, e non sieno sempre pietra a uno modo. Rompasi questo legame e -catena, col quale il dimonio spesse volte ci tiene legati; ma la forza del santo desiderio, ed il dispregiamento de’vizj e l’amore delle virtù romperà tutti questi legami. Innamoratevi dunque delle virtù, vere, le quali il contrario fanno de’viz^, perocché come il peccato dà amaritudine, così la virtù dà dolcezza, ed in questa vita si gusta vita reterna.

III. Oh quando verrà il dolce tempo della morte, la virtù adopererà; risponde per lui, e, difendelo dal giudizio di Dio, e dàgli sicurtà, e tollegli confusione, ed educelo nella vita durabile, dove ha vita senza morie, sanità senza infermità, ricchezze senza povertà, onore senza vituperio, signoria senza servitude; perocché tutti vi sono signori, e tanto quanto 1’ uomo è stato minore in questa vita, tanto è maggiore di là; e quanto maggiore vorrà essere in questa vita, tanto sarà minore nell’altra.

IV. Siate dunque piccolo per vera, e profonda umiltà, e raguardate Dio che è umiliato a voi uomo, e non vi fate indegno di quello che Dio v’ha fatto degno, cioè del prezioso sangue, del Figliuolo suo, del f