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Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/261

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A frate Matteo Tolomei da Siena dell'Ordine de' predicatori in Roma, ed a don Niccolò di Francia monaco di Certosa a Belriguardo (A).


I. Della fortezza con cui dobbiamo armarci per resistere alle battaglie de’ nostri nemici, unita colla virtù della carità.

II. Della forza della volontà cbe non può essere costretta al peccato da nessuna creatura.

III. Dell’utile delle battaglie della mente, e singolarmente del* l’umiltà e carità cbe da esse derivano, mediante l’orazione.

IV. Dell’insidie del demonio, con cui procura farci venire a con* fosione di mente, ed iu oltre della fede e speranza che si ricerca per superai le: esortando il nominato frale ^latteo a procedersi delle suddette virtù, ed annegarsi nel sangue di Gesù Cristo.

%ttttXK 83* Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. Ilarissimo figliuolo in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava decervi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi vero combattitore in questo campo della battaglia, sicché mai non volliate il capo indietro per veruna cosa che sia, ma come cavaliere virile stiate a ricevere i colpi senza timore servile; perocché, essendo voi armato, i colpi non vi potranno nuocere: uonvienci armare collarine della fortezza unita collardentissima carità; perocché per amore del sommo ed