Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/92

Da Wikisource.
92

92 si ino, questo lume? perchè è uno vedere che ha l’occhio deH’intelletto, perchè come nella visione di Dio sta la nostra beatitudine, così nel vedere e nel cognoscimento di noi medesimi e della bontà di Dio che è in noi, riceviamo il lume della grazia dello Spirito Santo, il qual lume e grazia fortifica 1 anima, ed accende a portare con grande desiderio, e pazienzia ogni infirmità, e tribulazione, e tentazione che ricevessimo, o dagli uomini, o dal dimonio, o dalla carne propria, e non vuole eleggere niuno tempo a modo suo, ma ogni tèmpo e stato che ha, ha in reverenzia; siccome persona che è vestita della dolce ed eterna volontà di Dio; perocché subito che l’uomo volle l’occhio dell’intelletto a cognoscere e vedere la volontà di Dio in sè, e quello che la volontà di Dio richiede, truova che elli non cerca nò vuole altro da lui, che la sua santificazione; che se elli avesse voluto altro, Dio non ci averebbe dato il Verbo del figliuolo suo, ed il figliuolo non averebbe dato la vita con tanto’ fuoco d’amore.

II.

Vede dunque 1’ anima, che ciò che Dio le permette in questa vita; o d’infirmità corporale o spirituale per diverse tentazioni, il fa per suo bene, e tutte le giudica nella volontà di Dio; la quale permettendole solo per* nostro bene, vede 1’ uomo che una foglia d’arbore-non cade senza la provvidenzia sua. Dio ci lascia tentare per prova dello virtù e per accrescimento di grazia; non perché noi siamo vinti, ma perchè noi siamo vincitori, non confidandoci nella nostra fortezza, ma nell’adiutoi io divino, dicendo con l’apostolo dolce Paulo: per Cristo crocifisso ogni cosa potrò, il quale è in nie che mi conforta; facendo così, il (limonio rimane sconfitto: e questa è l’arme con che rimane sconfino: spogliarsi della sua volontà e vestirsi di quella di Dio, giudicando che ciò che egli permette e per nostra santificazione, perocché niuna cosa è che dia pena nell’anima, se non la propria volontà; e perchè di questo il dimonio se ne avvede, non