Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/154

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154 quanto è fatto e creato da Dio: continua, dico, tratta del cognoscimento della bontà di Dio in sè, dove ha veduto che continuamente Iddio adopera in lui, versando le moltre grazie e diversi benefizj sopra di lui: e dissi fedele, che in verità speri, e con viva e ferma fede creda che Iddio sa, può e vuole esaudire le giuste petizioni nostre, e dare le cose necessarie alla nostra salute. Or questa è quella orazione che vola e trapassa infino all’orecchia di Dio, e sempre è esaudita; ma non veggio che si possa fare con freddezza di cuore; e però vi dissi che io desideravo di vedervi morire spasimato; la qual cosa procede dal fervente desiderio che l’anima ha a Dio. Orsù, figliuolo carissimo, risentianci a tanta necessità, quanta vediamo nella santa Chiesa: mugi il desiderio vostro sopra questi morti, e non ci ristiamo per fino a tanto che Dio volla l'occhio della sua misericordia.

II. Il santo padre Urbano VI m’ha conceduta la indulgenzia (A) di colpa e pena per voi, e per più altri, e sete obligato nelle confessioni e predicazioni inducere la gente a fare la loro possibilità, che il comune renda il debito al santo padre e sovvenirlo in tanta necessità. A questo sete obligato voi e tutti gli altri frati, a cui elli l’ha conceduta; e però virilmente annunziate questa verità. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.