Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/206

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206 propria utilità, o in proprio diletto, che avesse l’uno dell’ altro, egli non durerebbe, ma verrebbe meno, e l’anima vostra si trovarebbe vola. L’amore, che è fondalo in Dio vuole essere così fatto, che egli si debba amare per rispetto della virtù, ed in quanto egli è creatura creata alla imagine di Dio, che perchè venga meno ii diletto in colui che io amo, o l’utilità, se egli è fondato, in Dio, non viene meno l’amore,r perchè ama per rispetto della virtù, e per onore di Dio, e non per lo suo proprio: dico, che se egli è in Dio, che se eziandio la virtù venisse meno in colui che ama, non viene meno l’amore. Manca bene l’amore della virtù, che non v’ è, ma non manca in quanto egli è creatura di Dio membro suo legato nel corpo mistico dell a san la Chiesa, anco gli cresce uno amore di grande e vera compassione, e per desiderio il partorisce con lagrime e sospiri e’continue orazioni nel cospetto dolce di Dio. Or questa è quella dilezione che lasciò Cristo a discepoli suoi, che non viene mai meno, nè allenta mai, e non è impaziente per veruna ingiuria che riceva, e non vi cade mormorazione, nè dispiacimento, perocché non l’ama per sè, ma per Dio: non giudica, nè vuole giudicare la’ volontà degli uomini, ma la volontà del suo Creatore, che non cerca, nè vuole altro cli

la nostra santificazione, e gode di ciò che Dio permette per qualunque modo si sia, perocché non cerca altro che" 1 onore del suo Creatore, e la salute del prossimo suo. Veramente si può dire, che costoro siano legali nel legame della carità con quello legame che leime confitto c chiavellato Dio ed uomo in sul legno della santissima e dolce croce.


II. Ma pensale, figliuoli mici, che giammai non verreste a questa perfetta unione se non vi ponessi per obietto Crislo crocifisso, seguitando le vesligie sue, che in lui trovarete questo amore, che v’ha amali di grazia e non (U debito, e perchè egli ama di grazia, uon allentò i»;ii il suo amore, nè per n«sti*a ingratitudine, nò per ignoranzia, nè per superbia, nè vanità nostra,