Vai al contenuto

Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/53

Da Wikisource.

53

mura della sanla Chiesa. 0 sangue dolce, che resuscitavi i morti: sangue, tu davi vita: tu dissolvevi le tenebre delle nienti accecate dalle creature che hanno in loro ragione, e davi lume: sangue dolce, tu univi i discordanti: tu vestivi li nudi di sangue: tu pascevi li affamati, e da viti in beveraggio a coloro che avevano ed hanno sete del sangue; e col latte della dolcezza tua notricavi i parvoli che sono fatti piccioli per vera umilità ed innocenti per vera purità. 0 sangue, e chi non s’inebbria in te? gli amatori proprj di loro medesimi, perchè non sentono l’odore tuo? Adunque, carissimo e dolcissimo padre, spoglianci di noi, e vestianci della verità, ed allora saremo sposi fedeli. Io vi dico, che oggi voglio incominciare di nuovo, acciocché i miei peccati non mi ritragghino da tanto bene, quanto elli é a dare la vita per Cristo crocifisso, perchè io veggo che per lo tempo passato, per lo mio difetto,:o ne fui privata: molto avevo desiderato d’ uno desiderio nuovo, cresciuto in me oltre a ogni modo usilato di* sostenere senza colpa ni onore di Dio ed in salute delle anime, ed in reformazione e bene della santa Chiesa, tantoché cuore si distillava per amore e desiderio che io aveva di ponere la vita. Questo desiderio stava beato e doloroso: bealo stava per l’unione che si faceva nella verità, e doloroso stava per mia occupazione che’l cuore sentiva nell’offesa di Dio, e nella moltitudine delle dimonia che obumbravano tutta la città (B), offuscando 1 occhio dell’ intelletto delle creature, e quasi pareva che Dio lassasse fare per una giustizia e divina disciplina, unde la vita mia non si poteva dissolvere altro che in pianto, temendo del grande male che pareva che fusse per venne, e che per questo la pace non fusse impedita, ma del grande male Dio, che non dispregia il desiderio dé’servi suoi, e quella dolce madre Maria, il cui nome era invocato, con penosi, dolorosi ed amorosi desiderj, provide, che nel roinore e nella grande mutazione che fu, non c’ebbe S. Caterina. Opere. T. V. /,.