Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/78

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sentiremo il, fuoco.della divina carità: saremo facitori con la grazia sua, e non disfacitori, nè guastatori. Così mostraremo d’ essere fedeli a Dio e confidarci nell’adiutorio suo, e non in nostro sapere, nè in quello degli uomini. ’ . .

. II. Con questa medesima fede amaremo la creatura, perchè,come la carità del prossimo procede dalla carità di Dio, così la fede in comune ed in particolare, cioè dell’amore che generalmente doviamo avere*ad ogni creatura, è una fede generale, così è una fede particulare di* quelli che più strettamente s’amano insieme,, come questo che, oltre all’amore comune, ha posto tra noi uno amore stretto particulare, il quale amore dimostra la fede, e tanta ne mostra, che non può credere, nè imaginare* che egli voglia altro che il suo bene, e con sollicitudine crede che’l cerchi con grandissima istanzia nel cospetto di Dio e delle creature, cercando in lui sempre la gloria del nome di Dio ed utilità dell’ anima sua, stringendo 1’ adiutorio divino, che come egli aggiogne i pesi, »così aggionga fortezza e^ longa perseveranzia. Questa fede porta colui che ama, e per neuna cosa la diminuisce mai, nè per detto.di creatura, nè per illusione del dimonio, nè per mutazione, di luogo, e, chi fa altrementi, segno è cli

ama Dio ed il prossimo suo imperfettamente.


( .

, III. Farmi, secondo cli

io intesi per la vostra lettera, che molte diverse battaglie vi vennero, e cogitazioni per inganno del demonio e per la propria passione sensitiva, parendovi che vi fusse posto maggior peso, che voi non potete portare, e non vi pareva essere da tanto, ch’io vi misurassi con la misura mia, o per questo stavate in dubbio clic in me non fusse diminuito I’ alletto e la carità verso voi, ma non ve ne avvedevate, e voi eravate quello che manifestavate, che io l’avevo cresciuto, ed in voi era diminuito, perocché di quello amore che io amo me, di quello amo voi cón fede viva, che quel che manca dalla vostra