Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/99

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99 caveìle coi corpo mio, e con tanto lume si speculava questa verità, die in quello abisso allora si rinfrescavano i misterj della santa Chiesa, e tutte le grazio ricevute nella vita mia, passate e presenti; ed il di che ili sè fu sposata l’anima mia (E), le quali tutte si scordavano da me per lo fuoco che era cresciuto, éd attendevo pure a quello che si poteva fare, che io facessi sacrifizio di me a Dio per la santa Chiesa, e per tollere la ignoranzia e la negligenzia a quelli che Dio m’aveva messi nelle mani. Allora le dimonia con esterminio gridavano sopra di me, vedendo impedire ed allentare col terrore loro, il libero ed affocato desiderio; unde questi percuotevano sopra la corteccia del corpo, ma il desiderio più s’accendeva, gridando!

O Dio eterno, ricevi il sacrifizio della vita mia in questo corpo mistico della santa Chiesa: io non ho che dare altro, se non quello che tu hai dato a me (F). Tolle il cuore dunque, e premilo sopra la faccia di questa sposa. Allora Dio eterno voltando 1’ occhio della clemenzia sua divelleva il cuore, e premevalo nella santa Chiesa, e con tanta forza l’avcva tratto a sè, che se non che subito non volendo cbe’l vasello del corpo mio fusse rotto, il ricerchiò della fortezza sua, uè sarebbe andata la vita. Allora le dimonia molto maggiormente gridavano, come se esse avessero sentito intollerabile dolore, sforzavansi di lassarmi terrore, minacciandomi di tenere modo, che questo così fatto esercizio non potessi fere; ma perchè alla virtù dell’umillade col lume della santissima fede, l’inferno non può resistere, più s’univa e lavorava con ferri di fuoco, udendo parole nel cospetto della divina maestà tante attrattive e promesse per dare allegrezza; e perchè in verità era così in tanto misterio, la lingua oggimai non è più sufficiente a poterne parlare. Ora dico: grazia, grazia sia all’altissimo Dio eterno che ci ha posti nel campo della battaglia (G) come cavalieri a combattere per la sposa sua con Io scudo della santissima fede.

Il campo è rimaso a noi libero con quella virtù e po-