Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/96

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noi; se alcuna volta il (limonio o il nostro pessimo parere, ci molestasse di voler mandare o‘ vedere andare tutti i servi di Dio per quella via che andiamo noi, perocché spesse volte addiviene, che vedendosi andare per la via della molta penitenzia, tutti gli vorrebbe mandare per quella medesima via; e se vede che non vi vada, ne piglia dispiacimento e scandalo in se medesimo, parendoli che non facci bene, ed alcuna volta addiverrà, che farà meglio colui e più virtuoso sarà. Poniamo che non facci tanta penitenzia quanto quello che mormora, perocché la perfezione non sta m macerare ed in uccidere il corpo, ma in uccidere la propria e perversa volontà; e per questa via della volontà annegata sottoposta alla dolce volontà di Dio, dobbiamo desiderare che tutti vadano. Buona è la penitenzia ed il macerare del corpo, ma non mel pollare per regola a ogni uno, perocché tutti i corpi non sono agguagliati; ed anco, perchè spesse volte addiviene, che la penitenzia che si comincia per molti accidenti che possono addivenire, si conviene lassare.

Se il fondamento dunque, o in noi o in altrui facessimo, o facessimo fare sopra la penitenzia, verrebbe meno, e sarebbe sì imperfetto, che mancarebbe la consolazione e la virtù nell’anima, perchè sarebbe privato di quella cosa che elli amava, e dove elli aveva fatto il suo principio, e parrebbeli essare privato di Dio; e parendoli essare privato di Dio verrebbe a tedio ed a grandissima tristizia ed amaritudine, e nella amaritudine perderebbe 1’ esercizio e la fervente orazione la quale soleva fare. Sicché vedi quanto male ne seguitarebbe per fare solo il suo principio nella sua penitenzia, perocché noi saremmo ignoranti e caderemmo nella mormorazione, e verremmone a tedio ed a molta amaritudine, e studiaremmo di dare solo operazione finita a Dio, che è bene infinito, il quale ci richiede infinito desiderio. Convienci dunque (are il fondamento in uccidare ed in annegare la propria e perversa volontà,

con essa volontà sottoposta alla t