Pagina:Cattaneo - Rivista di varii scritti intorno alla Strada ferrata da Milano a Venezia.djvu/10

Da Wikisource.

da milano a venezia 49

un punto, con molestia dei passaggieri, ai quali dovea sembrar quasi di correre a furia a precipitarsi nel mare. Imaginò dunque di suddividere tutta la tratta del ponte, frapponendovi a regolari intervalli cinque isolette, formate colla materia degli scavi, le quali colla sporgenza loro, a guisa di piazze, interrompessero l’uniformità della linea. Quella di mezzo, più spaziosa, avesse un edificio per ricovero e riposo dei passaggieri e dei guardiani, e per convegno sollazzevole ai cittadini; durante la costruzione, porgerebbero tutte spazio agli operai e luogo alle officine. Accennò varie cose intorno alla dimensione delle pile, alla Joro forma arrotondata, ai rivestimenti di pietra, ai castelli di legno ed alle altre machine per il lavoro delle fondamenta.

Vi aggiunse una carta della laguna, col confronto delle cinque linee , la quale per sopravenute ragioni non si publicò; ma rimase presso di me collo scritto originale fattomi tenere dal sig. Meduna in autunno del 1836. Chi esaminerà il progetto publicato quattro anni dipoi dal sig. Milani, vi rivedrà, senza citazione, tutte le cose qui accennate.

Nei primi discorsi intorno a questa strada ferrata si era parlato d’una spesa di 18 milioni; ma nel frattempo l’ingegnere Emilio Campilanzi aveva instituito ricerche e scandagli, che portavano già le spese a 40, poi a 42, quindi a 43 milioni, supposta però la libera introduzione del ferro inglese. Ma ristringeva ancora l’introito lordo a milioni 5 1/2, con 400 passaggieri in tutto, e 200 tonnellate di merci al giorno; poiché, quantunque ormai si fosse adottata la linea delle sei città, rimaneva sempre la prevenzione che il ricavo della strada dovesse dipendere quasi solo da Milano e Venezia; e in fatti le machine s’intendevano ripartite in modo che ne fossero sei a Venezia, sei a Milano, e quattro sole di cambio e di riserva nei varj punti interposti. I calcoli erano, come si vede, tutti in ristretto, però con giudiziosa proporzione; ma parevano troppo sottoposti all’idea forse di non atterrire coll’enormità della spesa e coll’incredibilità dell’introito i soscrittori e il publico, mal esperto ancora e incredulo di queste cose.

Per tal modo, alla fine del 1836, le mie Ricerche sulla linea, gli studj del sig. Meduna sul Ponte, e quelli del sig. Campilanzi sul Conto preventivo, avevano ormai portato