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differenza di prezzo, ma la sciupano per imperizia o per avverse circostanze. Non importa richiamar le altre cose che allora dissi, e che sono estranie al presente proposito.

Intervenne allora nella Biblioteca Italiana il progetto del sig. ingegnere Bruschetti per la strada di Como, da costruirsi con due milioni, e servirsi con due machine. Vi feci alcune osservazioni, e nel replicare ad una specie di risposta fattami dal sig. Bruschetti, vi soggiunsi l’esposizione d’un primo studio pel Ponte sulla laguna di Venezia, inviatomi del sig. Tomaso Meduna (Annali di Statistica, dicembre 1836). L’esimio ingegnere vi svolgeva tutta la conformazione della laguna, i canali e ghebbi che ne solcano il fondo, i paludi e le barene che vi si frappongono, la diramazione della maréa, i parti-acqua che ne dividono i grandi bacini, il caranto il quale forma quasi continuo sostegno, e le varie profondità alle quali egli lo aveva esplorato colle trivellazioni. Paragonava cinque linee di ponte, che potevano tracciarsi verso varie parti di Venezia, sia partendo da Mestre, sia da Fusina; e dimostrava che la più grandiosa era bensì quella da Fusina a S. Giorgio Maggiore; ma la più breve, facile e opportuna era quella che da Mestre, radendo il forte di Malghera, e scorrendo a mezzodì di S. Giuliano e S. Secondo, varcava la laguna, attraversando il solo canale Colombola, e del resto scorrendo sempre in un paludo dove tanto nel flusso quanto nel riflusso il moto delle acque rimane eliso. Notò che questa linea congiunge Venezia con Mestre, ch’è quasi il suo porto di terra, mentre i 'seimila abitanti di quel borgo vanno e vengono continuamente alla città per varj servigi, e fanno quasi vita anfibia fra la terra ferrea e la laguna'.

Venendo alla costruzione, ne coordinò l’altezza a quella degli argini che cingono la laguna, e la stabilì a 2m,50 sopra il livello della commune alta maréa; diede al ponte coi parapetti la larghezza d’otto metri, facendolo ad una sola rotaja, e per minore dispendio, e per mantenerlo equilibrato sotto il peso della locomotiva; per godere lo spazio sui lati fece due márgini a modo di passeggio, riparati da continua sbarra. Mostrò disconvenire l’uso del legname; e notò l’illusione ottica, per la quale la sterminata lunghezza del ponte gli avrebbe dato l’apparenza d’una somma esilità, facendo convergere i lati quasi ad