Pagina:Cattaneo - Rivista di varii scritti intorno alla Strada ferrata da Milano a Venezia.djvu/40

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da milano a venezia 79

il dire che dieci o dodici ingegneri, scelti nel fiore della gioventù, si potevano ripartire in altrettante sezioni di dodici o tredici miglia, ove operassero con norme uniformi, proposte, discusse e sancite in presenza dei direttori e d’un capo d’ordine. Così l’unità dell’opera si sarebbe congiunta alla sacra proprietà delle fatiche ed allo stimolo della risponsabilità e dell’onore. Si sarebbe potuto fare anche un diverso riparto a seconda delle speciali attitudini; il piano stradale ad alcuni, ad altri le stazioni, ad altri i ponti, ad altri la sistemazione delle rotaje e dei rotanti; ma sempre in modo che ciascuno avesse sull’opera propria il proprio nome. Ma intendiamoci, molte livellazioni, molti calcoli, molti scandagli, molte discussioni, ma pochi disegni; perchè queste finitezze sono inutili in un progetto sommario, soggetto a grandi mutazioni. Se un ponte viene smosso dal suo luogo un centinajo di passi, non si trova più la stessa direzione della corrente, la stessa profondità, la stessa larghezza, le stesse rive, si cangiano le arginature, si cangia l’avvallamento. Dunque basta stabilire i limiti estremi, fra i quali possono variare le masse di costruzione. Il concorso delle viste e delle menti, e il conflitto regolare delle opinioni avrebbero recato nell’officio dell’impresa tutti quei lumi dei quali il paese parve povero, mentre più ne abonda, L’uomo di merito avrebbe potuto servire con dignità e responsabilità, e non avrebbe avuto a soffrire il giogo di discipline umilianti; avrebbe prestato l’opera della sua intelligenza, non la servitù della sua mano. A diecimila lire ciascuno, sarebbero costati a un dipresso ciò che costarono i trenta ingegneri subalterni, trattenuti a lungo a miniar disegni d’inutile apparato, e troppo scarsamente pagati. E sarebbero sparite tutte le altre spese di questa partita (180,000), e sopratutto il costoso stabilimento d’un officio tecnico, al quale poteva ben servire il locale della direzione, e il mostruoso onorario dell’ingegnere in capo, che in luglio scorso era già salito, senza le spese d’alloggio, a lire 88 mila (87,984), e che a conti finiti non sarà molto al disotto di lire centomila; con quell’utilità che omai si vede.

Le spese statistiche costarono per le province lombarde 3318 lire, per le province vénete più del doppio (6807). Fatte da una sola mano, e non dirette dall’ingegnere, che non ne aveva pratica, dovevano costare assai meno; e