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da milano a venezia 89

sulla questione del lago di Garda. Anche per il braccio da Treviglio a Bergamo fu necessario in novembre 1837 promover dimande d’altre persone, prima che l’officio tecnico se ne volesse occupare. E il luogo indicato nel 1837 dall’architetto Durelli per la stazione di Milano, non si adottò definitivamente se non col protocollo d’agosto 1838, quando il progetto era già compiuto; poiché l’ingegnere Milani voleva fare l’entrata per l’angusto Borgo dei Monforti.

Il principio dell’amministrazione bancaria produsse tutti i suoi effetti e mentre il lontano officio tecnico nella sua indipendenza si rifiutava a difendere cogli studj del terreno la proprietà sociale, la lontana agenzia si collegò sul braccio ai Monza coll’avversa impresa, a cui rimase abbandonato il campo; e così di ritardo in ritardo andò trascorrendo infruttuoso il tempo fatale del favore di Borsa. In breve le cose erano cangiate; l’impresa di Monza divenne un fatto, un fatto in Borsa, e un fatto sul terreno. Non si poteva più far sembiante di non vederla; non le si potevano più ricusare gli onori d’una trattativa, o quelli almeno d’un’operosa emulazione. Chi, sprezzando i buoni consigli, non aveva avuto l’accorgimento di opporre studj a studj e progetto a progetto, doveva opporre in tempo lavori a lavori. Dopo il giorno 7 aprile 1840, la direzione munita di privilegio, poteva recare sul terreno i tre milioni che aveva alla mano, e il dipiù che avrebbe potuto avere. Ella poteva aver già commesso le sue rotaje, le sue locomotive, predisposto i suoi contratti; poteva immantinente dar opera al terrapieno, che sul primo tronco presso Milano, con una più studiata e frequente snodatura di livellette, e con quell’opportuno pendio che Séguin consiglia in vicinanza alle stazioni principali, si può ridurre al minimo (V. Politecnico, vol. III). Con fatti risoluti poteva ancora sottrarsi ad ogni opposizione; e, dacché per tanti anni non aveva mai convocato il congresso degli azionisti, poteva, alla lettera dello statuto, convocarlo pei primi mesi dell’anno consecutivo; e non comparirgli inanzi, se non quando già fumasse sul primo suo stadio la locomotiva. Come avrebbe omai potuto l’impresa rivale costringerla e invilupparla?

Ora, perchè la direzione non fece nulla? Perchè lasciò giacere inonorato il suo privilegio? Fatto sta che l’ingegnere