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VARIANTI. |
II.
Pag. 156. Passer, deliciæ mece puellæ.
Cosi in parecchi manoscritti. Alcuni hanno delicium e non deliciæ. Ma che il poeta abbia scritto deliciæ pare indicato da Marziale in quei versi:
Accidit infandum nostræ scelus, Aule, puellæ, |
E così per vezzo anche Catullo preferisce sovente il plurale, come nel carme ad Ipsitilla:
Amabo mea dulcis Ipsitilla, |
Quoi in cambio di cui, secondo l’antica ortografia, consacrata nelle più antiche edizioni; così spesso in
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