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Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/307

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annotazioni. 301

Questi fati esprimean nel divin carme,
Cui nulla età trovar può menzognero.


Pag. 202.          Troia nefas, commune sepulcrum.

Notisi con che fine artifizio torna il poeta a lamentare la morte del fratello, dalla quale passa nuovamente all’assedio di Troia e da questo all’amore infelice di Laodamia.


Ibidem.          Audit falsiparens Amphitryoniades.

Ercole, non veramente figlio di Anfitrione, ma di Giove.


Stymphalia monstra sono gli uccelli mostruosi cibantisi di carne umana che infestavano la palude Stinfalia in Arcadia; dei quali Igino, fav. XX, e Servio al lib. VIII dell’Eneide. Prima gli Argonauti, e poscia Ercole, per comando di Euristeo, li combatterono: i primi con lo strepito delle aste e degli scudi; il secondo con dardi infallibili.


Ibidem.          Pluribus ut cæli terretur janua divis.

Perchè Ercole, eseguiti i comandi di Euristeo, dovea, secondo gli oracoli di Minerva e d’Apollo, accrescere di sè il numero degli Dei, non senza ottenere, in

Rapisardi 26