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Pagina:Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu/50

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10 trattato della pittura

ratura grossa e sottile, secondo che vuoi, o per disegnare o per iscrivere.


Capitolo XV.

Come dèi pervenire al disegno in carta tinta.


Per venire a luce di grado in grado, e incominciare a volere trovare il principio e la porta del colorire, vuolsi pigliare altro modo di disegnare che quello di che abbiamo detto perfino a mo. E questo si chiama disegnare in carta tinta; cioè o in carta pecorina, o in carta bambagina. Sieno elleno tinte; però che in una medesima forma si tinge l’una che l’altra, e d’una medesima tempera. E puoi fare le tue tinte o in rossetta, o in biffo, o in verde; o azzurrine, o berrettine cioè colore bigie, o incarnate, o come ti piace; chè tutte vogliono medesime tempere, e medesimo tempo a macinare colori; e in tutte per un medesimo modo si può disegnare. È vero che la tinta verde comunemente per la più gente si usa più e più, ed è più comunale sì per l’aombrare e sì per lo imbiancheggiare: benchè più innanzi dichiarerone ogni triare di colori, e loro natura, e loro tempere. In brieve, qui ti darò un brieve modo, per lo bisogno che hai a venire al tuo disegnare, e del tuo tingere delle carte.


Capitolo XVI.

Come si fa la tinta verde in carta da disegnare; e ’l modo di temperarla.


Quando tu vuo’ tignere carta di cavretto, o veramente foglio di carta bambagina, togli quanto una mezza noce di verdeterra, e per la metà d’essa un po’ d’ocria; e per la metà dell’ocria, biacca soda; e quanto una