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68 delle speranze d’italia

ner dubbio di questa in coloro che tengono per sommo pregio di essa F indipendenza. — Ad ogni modo corre su questi tre secoli una grande illusione. Que’ Comuni popolarmente retti chiamaron sovente sè stessi repubbliche; e repubbliche furon chiamati poi da parecchi scrittori, e ultimamente dal Sismondi in quella storia intitolata appunto Delle Repubbliche italiane, che è uno dei più leggibili e più letti, e letterariamente uno de’ più bei libri di nostra storia. Ma se si conservi a quel nome di repubblica il senso etimologico ed universalmente accettato, di cosa pubblica, cioè tutto lo stato, cioè lo stato indipendente pubblicamente amministrato; ei si vedrà che di tutte le così dette repubbliche italiane del medio evo, una sola fu repubblica vera, quella di Venezia; e nemmen questa dal tempo di sua nascita o di sua gioventù favolosa, ma solamente da quando essendosi disputato de’ limiti tra l’imperio carolingio e il greco, ella era rimasta in mezzo, indipendente. Tutte l’altre città nostre rimaser Comuni e non più; Comuni dipendenti, in diritto sempre; in fatto, tutte le volte che un imperatore potè far valere il diritto. E questo fu il grave vizio, che viziò le variatissime costituzioni, i fatti, la vita, la intiera civiltà di que’ Comuni. E quindi tutti i vizi minori, tutte le sventure, tutte le incapacità, e la mala riuscita ultima di que’ tre