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Pagina:Chi l'ha detto.djvu/44

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12 Chi l'ha detto? [32-37]

Facile è quindi il trasmodare delle voglie, ove non si sappia imporre silenzio ai desideri, ai sentimenti immoderati, impresa non agevole, poichè talora la ragione fuorviata si mette dalla parte del senso. Giustissima è quindi la massima del moralista francese che:

32.   Les passions sont les seuls orateurs qui persuadent toujours.1

(La Rochefoucauld, Réflexions ou Sentences et Maximes morales, n. VIII; citiamo l’ediz. del 1678, ultima riveduta dall’autore, riprodotta nell’ediz. Didot del 1878).

e il peggio è questo che quasi sempre persuadono male, e ci fanno desiderare con maggior cupidigia ciò che meno è concesso:

33.   Nitimur in vetitum semper, cupimusque negata.2

(Ovidio, Amores, lib. III., ep. 4, v. 17).

Lo stesso Ovidio vuole altrove indagarne la cagione:

34.   Unde fames homini vetitorum tanta ciborum?3

(Metamorph., lib. XV, v. 138).

ovvero, come disse il Tasso:

35.                    ....Instinto è dell’umane menti
Che ciò che più si vieta, uom più desia.

Elemento di gran peso è anche l’abitudine, di cui fu detto

36.   Consuetudine quasi alteram naturam effici.4

(Cicerone, De finibus, lib. V, cap. 25, § 74).

ovvero:

37.   (Consuetudo) ....quae non frustra dicta est a quibusdam secunda natura.5

(S. Agostino, Contra Julianum, lib. IV, § 103).

  1. 32.   Le passioni sono i soli avvocati che persuadono sempre.
  2. 33.   Sempre tendiamo con ogni sforzo a quel che è vietato, e desideriamo quel che ci è negato.
  3. 34.   Donde nell’uomo tanta fame di cibi proibiti?
  4. 36.   Con la consuetudine formarsi quasi un’altra natura.
  5. 37.   La consuetudine che da certuni non a torto è detta una seconda natura.