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42 | Chi l’ha detto? | [155-157] |
come pure nell’ode All’amica risanata:
155. Fiorir sul caro viso
Veggo la rosa; tornano
I grandi occhi al sorriso
Insidïando.
Questi grandi occhi erano quelli della bella contessa Antonietta Arese, che Foscolo amò in Milano fra il 1801 e il 1804; come la donna dai grandi occhi fatali intorno alla quale il poeta invoca aleggino le Grazie, sembra fosse quella Maddalena Bignami, nata Marliani, una delle più belle donne del suo tempo, che Napoleone I, in una festa da ballo offertagli dai commercianti milanesi al teatro della Canobbiana nel gennaio del 1808, proclamò la plus belle parmi tant de belles.
Basta talora a fare belli gli occhi la dolcezza del sorriso, quale sarebbe stato quello di Eleonora:
156. Il balen del suo sorriso
D’una stella vince il raggio.
A conforto degli uomini brutti ricorderò finalmente l’aneddoto che corre sulle bocche di tutti, del famoso tenore Nicola Tacchinardi, di Livorno (morto nel 1859), di cui si narra che fosse gobbo, e che una sera, chi dice alla Pergola di Firenze, chi a un teatro di Roma, mentre il pubblico, vistolo apparire sul palcoscenico, insolentiva contro la deformità di lui, esclamasse:
157. Son qui per farmi udire, non per farmi vedere!
Il pubblico stette a sentirlo, e dopo lo spettacolo, vinto dall’entusiasmo, lo accompagnò a casa in trionfo.
L’aneddoto sarebbe bellissimo.... se fosse vero. Lo stesso Tacchinardi soleva smentirlo: e lo smentiva poi la sua persona. Egli non era gobbo, aveva anzi le spalle molto diritte: bensì era piuttosto tozzo di corporatura, e di torace largo e corto. Però sulla scena era attore inarrivabile, e aveva avuto da Canova stesso, che gli era molto amico, e gli aveva anche fatto un busto, lezioni sul