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66 | Chi l’ha detto? | [248-251] |
Nel Trionfo d’amore del Petrarca (canto IV, v. 83), Sofonisba si conforta della caduta di Cartagine ricordatale dal Petrarca stesso, dicendo che
248. S’Affrica pianse, Italia non ne rise.
cui potremo contrapporre il:
249. ....Se Messenia piange,
Sparta non ride.
di Vincenzo Monti nella tragedia Aristodemo (a. II, sc. 7). E perciò gli sventurati facilmente si consolano, narrandosi l’un con l’altro i loro mali, e compiangendosi a vicenda, ciò che può esprimersi con un verso francese:
250. Et ces deux grands débris se consolaient entre eux.1
A proposito di questo verso, che si trova nel canto IV dei Jardins di Delille, e allude a Mario ramingo fra le rovine di Cartagine, Chamfort narra un grazioso aneddoto nei suoi Caractères et anecdotes:
«On disputait chez madame de Luxembourg sur ce vers de l’abbé Delille:
Et ces deux grands débris se consolaient entre eux.
On annonce le bailli de Breteuil et madame de la Reynière: “Le vers est bon”, dit la maréchale.»
Talora il presente è così doloroso che non si può trovarci conforto se non rimovendone il pensiero e quasi imponendo a sè stesso d’ignorarlo, e questo significa il verso italiano
251. Grato m’è ’l sonno e più l’esser di sasso.
di cui ecco l’origine. Michelangelo Buonarroti aveva ornata la sepoltura di Giuliano de’ Medici, da lui fatta in S. Lorenzo a Firenze, di due statue, il Giorno e la Notte, mirabili ambedue, ma in special modo la seconda, che il Vasari chiamò «statua non
- ↑ 250. E questi due grandi ruderi si consolavano l’un l’altro.