Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/103

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30 novelle di canterbury.

un fattore, un cursore un mercante d’indulgenze49, e per ultimo c’ero io.

Il mugnaio era un tocco di villano, coi muscoli d’acciaio e le ossa cosí robuste, che non ce la poteva nessuno; infatti nella lotta riusciva sempre vincitore, e guadagnava il montone. Era tarchiato, e duro come un nodo d’albero: con un colpo di testa sgangherava o sfondava qualunque porta. Aveva la barba rossiccia come le setole della scrofa e il pelo della volpe, e la portava piatta come una pala. Proprio sulla punta del naso ci aveva un bernoccolo con un ciuffo di peli, rossi come le setole delle orecchie di una scrofa, e le narici erano larghe e nere. Al fianco portava una sciabola e uno scudo. La bocca pareva un forno. Era un famoso chiacchierone, un goliardo che passava la vita nel vizio e nel vitupero, ed aveva un’abilità straordinaria per farsi la parte sul grano che gli portavano a macinare, facendosi pagare, per giunta, tre volte invece d’una50. Nondimeno, per Dio, aveva anche lui, il suo pollice d’oro51. Era vestito di bianco, con