Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/108

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prologo. 35

ognuno sa che anche una gazza impara a discorrere bene come il papa54. Se qualcuno poi per divertirsi col suo latino lo faceva discorrere un poco, tirava fuori tutta la sua dottrina, e si metteva a gridare: Questio quid juris55.

Scapestrato sí, ma in fondo aveva il core buono, e non c’era più buon diavolo di lui; se un amico gli pagava un quartuccio divino, era padrone di tenersi, magari per un anno intero, una concubina: egli lo compativa, e chiudeva un occhio volentieri. Quando qualche merlo gli capitava sotto, se lo pelava, piano piano, senza che questi se ne accorgesse56. Tutte le volte che s’imbatteva in qualcuno dei suoi buoni amici gli insegnava a non aver paura dei fulmini dell’arcidiacono, dicendo: “l’anima nostra non è mica rinchiusa dentro la nostra borsa. Perciò niente paura, perchè l’arcidiacono colpisce lí, li dentro è l’inferno per lui„. Ma egli mentiva per la gola: il colpevole dovrebbe temere sempre la scomunica, poiché questa perde l’uomo, come l’assoluzione