Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/189

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116 novella del cavaliere.

per tutte queste promesse, un tale battibecco fra Venere Dea dell’amore e Marte il fiero e potente Dio delle armi, che Giove si affannava inutilmente per rimettere la pace. Finalmente però il pallido e freddo Saturno, che sapeva tante e cosí vecchie storie, trovò il modo, con la sua antica esperienza e la sua grande pratica del mondo, di mettere d’accordo le due parti in quattro e quattr’otto. È proprio vero che la vecchiaia ha molte risorse: i vecchi hanno sempre senno ed esperienza. Si può vincere un vecchio con le gambe, ma con la testa no.

Saturno, dunque, contro il suo modo di pensare, si indusse a cercare un rimedio per far cessare il dissidio fra i due Dei.

“Venere, mia cara figlia, egli disse, sappi che il mio corso il quale compie un giro cosí vasto per la volta celeste, ha piú potenza di quello che gli uomini non pensano. Sotto l’influenza mia la gente affoga là nel grigio mare, per me s’apre agli uomini la buia prigione, e li strangola il capestro; sono opera mia il grido e la ribellione delle plebi, il rancore e il na-