Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/53

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xliv prefazione.

si potrebbe chiamare una traduzione poetica della prosa latina petrarchesca. Non c’è una frase, non una sola parola nella novella del Chaucer, che possa fare supporre, anche lontanamente, che egli avesse letto o conosciuto in qualche modo la novella del Boccaccio. Unica indiscutibile fonte è il Petrarca: ed io non saprei, a questo proposito, come qualificare l’assurda asserzione del Klein, il quale dice che il racconto del Chierico di Oxford “è un miscuglio di Boccaccio, Petrarca e Maria di Francia„1 aggiungendo a questo non pochi altri spropositi, che, con tutto il rispetto dovuto ad un critico tedesco, non vale neppure la pena di rilevare. Per quanto però il Chaucer traduca molto spesso quasi letteralmente dal Petrarca, la sua natura di poeta e le sue qualità di osservatore e conoscitore profondo dell’animo umano, spiccano in questa

  1. Geschichte des Dramas, Leipzig, 1867, I. pag. 639. Il Lai del Fresne di Maria di Francia, nonostante alcune tenui analogie, non ha che qualche relazione di somiglianza con la storia di Griselda, e non può essere considerato come fonte originale.