Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/54

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prefazione. xlv

novella anche piú che in altre, dove la materia del racconto è più originale e indipendente. Quando Gualtieri dopo avere detto a Griselda che il papa gli ha permesso di prendersi un’altra moglie, la caccia di casa, e le ingiunge con amara irrisione di riprendersi la dote che aveva portato, il Petrarca segue e traduce il Boccaccio, il quale cosí fa rispondere dalla povera pastorella al crudele signore di Saluzzo: “Comandatemi che io quella dote me ne porti che io ci recai, alla qual cosa fare, né a voi pagator né a me borsa bisognerà né somiere, per ciò che uscito di mente non m’è che ignuda m’aveste.„ Il Chaucer con un linguaggio profondamente umano, che rende anche piú commovente la risposta di Griselda dice: “In quanto alla concessione che mi fate di lasciarmi andar via con la dote che vi ho portato, capisco bene che voi intendete parlare dei miei poveri cenci, che non erano niente di bello davvero: ma nonostante ben difficilmente io potrei ora ritrovarli. Buon Dio! a sentirvi parlare, e a guardarvi, sembravate cosí buono e gentile