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200 CAPITOLO X.

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L'ultima delle nuove Canzoni, quella, Alla sua donna, fu composta in sei giorni del settembre 1823. Anche dopo il Canto di Saffo, il poeta non era di- silluso interamente dell'amore. Poiché nessuna donna poteva comprendere l'amor suo e ricambiarlo, egli pensò : — La donna che io amo non si trova su questa terra; nessuna delle donne di quaggiù le somiglia; forse visse nell'età dell'oro; forse la fortuna la ri- serba alle generazioni avvenire; forse è una delle eterne idee cui non è consentito di prendere forma umana ; forse vive in un altro mondo ed è irraggiata da un altro sole più bello del nostro — ; e così pen- sando scrisse e le lanciò il suo messaggio d'amore. Se dell'eterne idee L'una sei tu, cui di sensibil forma , Sdegni l'eterno senno esser vestita, E fra caduche spoglie Provar gli affanni di funerea vitu; s'altra terra ne' superni giri Fra mondi innumerabili t'accoglie, E più vaga del Sol prossima stella T'irraggia, e piii benigno etere spiri; Di qua dove son gli anni infausti o brevi, Qaesto d'ignoto amante inno ricevi. Una delicata e profonda malinconia emana dalle cinque strofe della Canzone, di cui questa che ho ri- ferita 6 l'ultima; strofe tutte denso di pensiero e di sentimento! E puro il poeta, dichiarando il concetto della poesia, annota quasi scherzando: < Se questa Canzono si vorrà chiamare amorosa, sarà pur certo che questo tale amore non può nò dare nò patir ge- losia, porchò fuor dell'autore, nessun amante terreno vorrà far all'amore col telescopio. > ' • CiUto ArtieoUtto critico, rititftmpnto negli Scritti Iflltrari, Tol. II, pag. 286, I