Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/235

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LE NUOVE CANZONI. 201 « « * Nel 1822, l'anno delle nuove Canzoni, il Leopardi scrisse soltanto 196 pagine dello Zibaldone, un sesto appena di quelle che aveva scritte l'anno innanzi. La maggior parte delle nuove pagine sono osservazioni e pensieri sulle lingue. Fra quelli che si riferiscono alla lingua italiana, con speciale riguardo alla moder- nità dello scrivere, ce ne sono dei notevolissimi, che mostrano quale larghezza d'idee egli avesse, lontano egualmente dalle gretterie dei puristi e da quelle dei futuri manzoniani. Dopo avere dimostrato che nessuna lingua viva ha né può avere un vocabolario che la contenga tutta, perchè finché vive ha diritto di crescere e di arric- chirsi ad arbitrio del popolo e degli scrittori, ed os- servato che il Vocabolario della Crusca de' tempi suoi non conteneva più d'una quarantesima parte della lingua italiana in generale, si domandava se non fosse cosa ridicolissima pretendere che quel Vocabolario, poverissimo e imperfettissimo in confronto di quelli delle altre nazioni, dovesse avere sulla lingua italiana una virtù, un'autorità e un dominio, che i più per- fetti Vocabolari delle altre nazioni non si sognavano di avere sulle lingue loro.' Anche diceva : < Una lingua non è bella se non è ardita, > e se la bellezza di una lingua sta nell'ardire, l'ardire non è concepibile senza la libertà. < Quindi se lingua bella è lingua ardita e Ubera, ella è pari- mente lingua non esatta e non obbligata alle regole dialettiche delle frasi, delle forme, e generalmente del discorso. > < Ciascuna bellezza, sì di una lingua in genere (eccetto l'armonia e la ricchezza delle parole e delle loro inflessioni), sì di un modo di dire in ispe-

  • Pensieri di varia filosofìa oc, voi. IV, pag. 216, 217.