Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
ai lettori | 7 |
dolorosa catastrofe che travolse il fratello suo, non pensò più alla sua storia, i cui dieci fascicoli manoscritti lasciò incompleti ed inediti, allorchè morì, nel 1859.
Il manoscritto del Grandoni, donatomi dal figlio Alessandro, cui qui ne rinnovo pubbliche grazie, è importantissimo, sia perchè il dottore Benedetto, dissentendo dal fratello Luigi, che era ardente repubblicano, professava con fervore dottrine costituzionali, sia perchè egli era devotissimo ammiratore di Pio IX, sia, infine, perchè il manoscritto, costituito di appunti che l’autore, uomo stimato, che aveva estesa clientela, testimone spesso oculare ed auricolare, veniva prendendo e svolgendo, giorno per giorno, sugli uomini e sugli avvenimenti, è scritto di tutto pugno del dottore, ed è pieno di aggiunte, di correzioni, di commenti, e porta in sè tutta l’impronta della spontaneità, della freschezza, della sincerità delle prime e genuine impressioni.
Altra scorta importantissima alla scoperta di molte verità mi è stato appunto il processo compilato contro gli uccisori del conte Pellegrino Rossi, da me letto, pagina per pagina, in tutte le sedicimila pagine di cui esso si compone.
Non ho mancato di trar lume sugli uomini e sulle cose, sia dalle reminiscenze della mia infanzia, che si svolgeva appunto in quegli anni, e le quali vivissime durano nell’animo mio, sia dalla tradizione tramandatamene dall’ottimo e amatissimo padre mio, che in quegli avvenimenti ebbe parte amorosa ed attiva, e il quale, nella integrità del suo carattere e nella rettitudine dell’animo suo nobilissimo, su quei tempi e su quegli avvenimenti me e i fratelli miei