Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/170

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capitolo terzo 163

cielo a gridar pace e perdono alle travagliate generazioni; potrà mai dir quanto basti a dar fiato a tante trombe della fama verace, che la debita e conveniente lode sia a tanta e sì cara virtù retribuita? A lui novello, e dell’antico e più sapiente e glorioso fondatore di Roma; a lui restauratore immortale della civiltà cristiana, cui i popoli dissidenti volgono meravigliando lo sguardo, vedendo che per lui il pontificato riassume con non più saputa potenza la tutela degli oppressi, e l’idea cattolica si svolge fautrice di bene ordinato civile consorzio, di equità e giustizia, di nazionalità, di emancipazione e di riconoscimento dell’umana dignità, cessando da noi la trista e crudele necessità de" sanguinari rivolgimenti e delle ire e vendette civili; e dando come padre universale ai re il cristiano modello di saggio, illuminato e pacifico regno; a lui, noi oggi qui radunati a celebrare il natale dell’eterna città, che egli ha redenta e solleverà - le speranze che si fondano in Dio e ne" santi suoi 7ion saranno deluse - all’altezza dei colli eterni, tributiamo ogni più schietto omaggio di lode, di reverenza e di amore, e preghiamo dal cielo lunghissimi anni di prosperità, di gloria e di benedizione»1.

Da questo lunghissimo e asmatico periodo, contenuto nelle brevi parole del marchese Dragonetti, si può arguire che quella festa, quantunque, a buon diritto, avesse potuto avere un carattere molto pagano, lo ebbe invece assai cristiano e papale.

Il prof. Francesco Orioli, amnistiato esso pure, perchè condannato in contumacia pei fatti del 1831, parlò dopo il Dragonetti e, in un discorso tutto ridondante di consigli di temperanza e di moderazione e il cui concetto fondamentale può riassumersi nelle parole da lui stesso pronunciate, affrettatevi adagio, esclamava: «Non opinioni estreme, non divisione in partiti, che riducono a niente le forze del popolo. Non utopie. Non ipotesi temerarie. Non sogni di desidera, che trasportan, d’un salto, l’anima verso le immaginarie regioni di un bene veduto in ombra o sotto falsa luce. Non fretta inconsiderata: le macchine politiche non si muovono per urti violenti, più validi d spezzarne le molle che ad accelerarne il lavorìo. Non dif-

  1. Foglio aggiunto al «Contemporaneo» del 24 aprile 1847, n. 3 (offerto in dono ai signori associati).