Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/224

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capitolo quarto 217

e resterà sempre - io lo credo fermamente - il più perfetto codice di morale umana.

Ma potrà ciò fare, farà ciò il Papato?...

I posteri nostri avranno, forse, dagli avvenimenti una risposta a tale domanda.

Ma per tornare alle cose romane del settembre del 1847, dirò che ai 20 di quel mese tornò da Venezia ove era andato, in compagnia del suo segretario Masi, per assistervi al Congresso degli scienziati e donde era stato sfrattato sollecitamente dal Governo austriaco, il principe di Canino, il quale, saputo del processo avviato contro di lui per la dimostrazione patriottica del 7 di quello stesso mese e visto «nella sala di monsignor Medici di Otiaiano, maestro di camera di Nostro Signore, il Giornale di Roma ove legge la disapprovazione del cardinale Ferretti pei fatti del 7 e 8 in Roma..... e preso da subito sdegno, imbrattò il foglio con una impertinente diatriba, rescrivendovi quanto appresso: "Vergognatevi, monsignore, di avere questa notificazione fatta ad istigazione dei vili nemici di Pio IX e dell’Italia, Se bastò a spaventare donne e fanciulli, ha reso i petti italiani più saldi. A maggiore confusione di chi la strappò al cardinale segretario di Stato, vi prego a farmi avere con vivissima sollecitudine un’udienza dal Santo Padre: evviva Pio IX, evviva l’Italia!!..."

«In seguito di ciò venne arrestato a Villa Borghese il giorno 24 e consegnato nel proprio palazzo, e quindi tanto a lui, quanto ai suoi compagni Galletti e Macbean, a cagione dei fatti del 7 e dell’8, s’instruì un regolare processo»1.


  1. G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XVIII; P. Balan, op. e luogo citato. Il bello poi si è che proprio in quel medesimo giorno del ritorno del principe di Canino e della sua sfuriata e del processo avviato contro di lui, la Bilancia, nella quale era già apparso un articolo pieno di caldissime lodi al Bonaparte, firmato dal prof. Francesco Orioli (Bilancia del 27 agosto, n. 33) contiene un altro articolo di elogi e di felicitazioni pel Canino e pel suo segretario Masi a proposito del loro viaggio trionfale, in divisa civica, a Livorno, Pisa, Bologna, Ferrara, per Venezia, e delle feste a cui essi erano stati fatti segno, Bilancia del 21 settembre, n. 40. E un articolo consimile vivo di lodi e di plausi pel principe di Canino già aveva pubblicato la Pallade del 16 settembre, n. 60, che ne stampava un altro nel foglio del 20 dello stesso mese, n. 63. Anche la Speranza del 22 settembre, n. 8, celebrava il Canino e il Masi. Curioso che nessuno dei detti giornali accenni all’aneddoto o al processo, sempre mossi dal desiderio di non creare imbarazzi al Papa ed al suo Governo e di non guastare la concordia degli animi e dei propositi.