Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/370

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capitolo sesto 363

E le conseguenze dell’opposizione piemontese a stabilire le norme della Dieta e a ritardarne la convocazione - che, lo ripeto, non sarebbe ugualmente potuta avvenire e non sarebbe ugualmente avvenuta, anche se il Governo subalpino vi avesse aderito, come dimostrerò fra poco - erano gravissime per due ragioni: primieramente perchè lasciavano isolato il Papa, cui non si poteva più forzare la mano a sottoscrivere, come principe italiano, la dichiarazione di guerra all’Austria; in secondo luogo perchè aumentavano e giustificavano il mal volere del re Ferdinando il quale, già, e per la ignoranza e superstizione sua e per la devozione all’Austria e ai principi della Santa Alleanza, era avverso al movimento riformista e nazionale italiano, e più doveva divenirlo e lo diveniva, quando vedeva che tutti gli utili, che egli ritrarrebbe dalla partecipazione sua a quel movimenti, sarebbero la perdita della Sicilia e un ampliamento territoriale estesissimo a vantaggio dell’odiato e temuto suo emulo, il Re di Sardegna1.

La conclusione di un patto federale e la esistenza di una Dieta nazionale in Roma sarebbero stati fatti che avrebbero, forse, potuto modificare e temperare l’atteggiamento di Pio IX e - chissà? - trarre il Pontefice a non osteggiare la guerra intimata all’Austria - sebbene io creda fermamente che, allo stringere dei conti, egli avrebbe finito por dire e per fare ciò che disse e fece - e avrebbero, ad ogni modo, tolto al Borbone ogni pretesto o ragione di scusare il suo mal animo verso la causa

  1. Della mala fede e dai calcoli: malvagi e delle mal celate sue cupidlgrie di ingrandimento parlano L. C. Farini, op. cit., vol. II, lib III, cap. V; F. Ranalli, op. cit., vol. II, lib. IX, pag. 99 e seg.; L. Anelli, op. cit., vol. II, cap. III; G. La Farina, op. cit., lib. III, cap. XXIII; C. Cantù, Cronistoria, vol. II., cap. XL, pag. 885 e seg.; G. Massari, I casi di Napoli citati, pag. 49 a 61; N. Bianchi, Storia documentata, ecc., vol. V, cap. III, § 3°; Belviglieri, op. cit., vol. III, lib. XVI, pag. 147. Vedi anche la splendida lettera eccitatoria, indirizzata dal giovane Pasquale Stanislao Mancini al Re di Napoli per muoverlo alla guerra di indipendenza, in data 2 aprile 1848 nell’Archivio triennale italiano, vol. III, doc. 06, pag. 580 e seg.; N. Nisco, op. cit., vol. I, lib. I, cap. IV; P. Villari, Prefazione agli scritti di Luigi La Vista, Firenze, Le Monnier editore, 1803, pag. xxix e xxxvi; R. Bonghi, La vita e i tempi di Valentino Pasini, Firenze, G. Barbèra, editore, 1867, cap. VIII, pag. 198 e 194; John Webb Probyn, L’Italia dalla caduta di Napoleone I (1815) all’anno 1892, traduzione autorizzata di Sofia Fortini-Santarelli, Firenze, tipografia di G. Barbèra, 1892, cap. VII, pag. 189; G. Gabussi, op. cit., vol. I, cap. VIII, pag. 204 e seg.