Pagina:Codroipo - Dialogo de la caccia de' falconi, astori, et sparvieri, 1614.djvu/33

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De’Falconile. ij caccia. auenne, che:, ejfendo l’esercito Francefe in campagna, &poco lontano s egli fin^a alcun penfiero 3 allettato dalgr andiamo filalo 3 (itrattenne fin a le due bore di notte con tanto trattaglio di Pro fiero Colonna 3 & degli altrifuoi maggiori Capitanile, dubitando de la nvita fio-»; ne la qual conji/ìeua il racquifio del Regno di Napoli, O* la fomma di tutta l’imprefa s non dubitarono di fargli runa-» gagliarda riprenfione, da lui non con altro ridicolofimente rigettata, che con dire: temermi io per dilettatone di quefta caccia troppo trattenuto <ui ha fatto dubitare di me. ma che? alcuna naolta non fi ponno frenare così gran appetiti. Hor, ancorché fieno fauolofe quelle NoueUes del celebrato Boccaccio, non è effemplarijfima quella di Mejj’er Torello 3 che fatto fichi auo dalfamo fi Saladino,iui conofiiuto per buono di ^valore, fi accommodò al fuo feruitio per acconciatore d <-vccelli,& con ejjercitio cosi nobile fiali à quel fupremo grado,chefipote(]e in quella Corte hauere.Ma lafiaamo tutte quefie cofe, & reggiamo teff empio tanto chiaro 3 &euidente, che tuttauia marini a gli occhi h abbiamo. fi Sereni fi signor fimo Prencipe de la Repubblica di Venetia s fitto ti cui Flato, & ombra felicijfimamente attuiamo ì hor con qualpiugra- mondai to, & fingolar dono può honorare il Signore Ottomano, che ^[v^neda con falconi, & girifalchi mandati a pigliare con grandijfi - condono mafie fa m lontaniffime parti ì che è più da quefii Prencipi di ^ aIcon, ‘ apprezzato, che altro qualfi ^voglia pretto fi dono. Il chcj> fio lo rm dourebbe bafiare a farui cono fiere la fuperiorità di quefio filazzp a tutti gli altri. Et il Sereniamo Senato Veneto-,