Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/269

Da Wikisource.
     Guarda al tuo cor magnanimo e perfetto,

e fa’ ’l per te medesmo, e non per noi:
tua virtú mira, e non nostro difetto.
     Tua gloria è il perdonar, quando tu pòi;
e se in piú lievi colpe usar clemenza
dá sempre onore e fama a li par toi,
     quanto sera maggior la tua eccellenza,
se comportando il nostro grave errato,
ci donerai la solita indulgenza!
     Quando n’arai tal fallo perdonato,
giá la prima salute non será
che tua gentil natura n’ará dato,
     ma la prima salute amplierá,
qual fu quando del grano in abundanza
tu ci donasti: e questa piú será.
     Tu con darne pel viver la sustanza,
il vitto allor ci désti, ora mantiene
la vita che ne die’ la tua prestanza!
     Far le iuste vendette e dar le pene,
molti il san fare et opra è di mortale,
ma il perdonare solo a Dio conviene.
     Imita in questo il grande Iddio immortale,
con l’altre divin’opre, che tu fai,
ché la clemenza a Dio fa Forno eguale.
     Questa è vera occasion (ben so che ’l sai)
data dal cielo per mostrar tua gloria:
non la perder adunque poi che l’hai!
     Te stesso vinci, et è vera vittoria
vincere il sdegno e l’ira, e perdonare,
che immortai fa de li omin la memoria.
     Ti preghiamo ch’ancor vogli guardare
al meschin padre nostro, vecchio, afflitto,
che pena non de’ lui per noi portare;
     ché morendo costui, noi ancor d’Egitto
non usciremo e il padre meschinello
andrá sotterra dal dolor trafitto.