Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/190

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146 i n f e r n o

79Sì tosto come il vento a noi li piega,
     Mossi la voce: O anime affannate,1
     Venite a noi parlar, s'altri nol niega.
82Quali colombe, dal disio chiamate,2
     Con l'ale alzate e ferme al dolce nido
     Vegnon per l'aere; dal voler portate
85Cotali uscir della schiera, ov'è Dido,
     A noi venendo per l'aer maligno:
     Sì forte fu l'affettuoso grido.
88O animal grazioso, e benigno,
     Che visitando vai per l'aer perso
     Noi, che tignemo il mondo di sanguigno,
91Se fosse amico il Re dell'universo,
     Noi pregheremo lui della tua pace,
     Poi ch'ài pietà del nostro mal perverso.
94Di quel ch'udire, e che parlar vi piace,
     Noi udiremo, e parleremo a vui3,
     Mentre che il vento, come fa, si tace.4
97Siede la terra, dove nata fui,
     Su la marina, dove il Po discende,
     Per aver pace co' seguaci sui.
100Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
     Prese costui della bella persona
     Che mi fu tolta, e il modo ancor m'offende.
103Amor, che a null'amato amar perdona,
     Mi prese del costui piacer sì forte,5
     Che, come vedi, ancor non m'abbandona.

  1. v. 80. C. M. Movo la voce:
  2. v. 82. C. M. Quai le colombe,
  3. v. 95. Vui, nui per voi, noi e simili adoperavansi in antico, per l'amistà delle due vocali o ed u. E.
  4. v. 96. ci tace.
  5. v. 104. C. M. di costui piacer