Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/328

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XIX.



Poichè di sopra nel Proemio del precedente capitolo è detto e fatta menzione della colpa de’simoniaci quanto in lo luogo dove li punisce l’autore, qui è da palesare alcuna cosa particolare come Simon hae peccato. Circa la qual notizia è da sapere che a ben volere cognoscere la cosa è bisogno di sapere cognoscere il suo nascimento. Ed è da sapere die trattar Dio e le cose sacre per indiretto modo è appellato dalli teologi vizio contra religiositade, la qual si può avere in due modi; lo primo contra Dio, lo secondo contra le cose sagre.

Lo primo si può avere in due modi come lo primo: tentare Dio, cioè volerne tòrre esperimento o in parole come pregarlo d’alcuna cosa ingiusta, o in fatto come disporsi ad alcuno pericolo e dire: or vedrò se Dio mi potrà aitare, la qual parte è contro lo comandamento della legge : Non tentabis dominum Deum tuum. Lo secondo contra Dio è lo periurio, lo qual è contra quel comandamento della legge : Non assumes nomen domini Dei tui in vanum.

Contra le cose sacre si può avere vizio in due modi. L’uno modo è violare le cose sacre e usarle viziosamente, come fornicare con religiose, usare istrumenti sagri in altro modo che a reverenzia di Dio, commettere peccati in chiesa, fare esperienze a concupiscenzia carnale o irascibile con cose sacre e simili. Lo secondo modo è vendere e comperare con pecunia le cose spirituali, il qual vizio è appellato simonia, circa lo quale è la intenzione del presente capitolo dell’autore.

Or è da sapere che simonia si può commettere in più modi, fra li quali è vendere e comperare li sagramenti della Chiesa, li quali sono ordinati a dispensare e amministrare alli uomini sagri, cioè a’chierici secondo quel detto di san Paolo ad Corinthos VIII: Sic non extimet homo ut ministros Christi et dispensatores ministeriorum dei; li quali se elli hae intenzione per lo venditore o per lo comperatore mesurarla con quella pecunia che vi giuoca, si è simonia, ed è gravissimo peccato, ed è riposto sotto eresìa secondo che appar nel decreto 1, q. 2, ed eziandio è contra lo detto di Salomone Proverbiornm III: Pretiosior est Cunctis operibus etc., in per quello che le spirituali cose non si possono misurare colle temporali, perchè sono più preziose e nobili.

Puossi eziandio commettere simonia in vendere e comperare l’atto delle spirituali cose, come l’ovra e fatica che pone lo prèvede a sacrificare e battezzare e di udire confessione etc., im per quello che