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366 INFERNO. — Canto XXII. Versu 19 a 31

Come i delfini, quando fanno segno
     Ai marinar con l’arco della schiena, 20
     Che s’argomentin di campar lor legno;
Talor così ad alleggiar la pena
     Mostrava alcun dei peccatori il dosso,
     E nascondeva in men che non balena.
E come all’orlo dell’acqua d’un’fosso 25
     Stan li ranocchi pur col muso fuori,
     Sì che celano i piedi e l’altro grosso;
Si stavan d’ogni parte i peccatori:
     Ma come s’appressava Barbariccia,
     Così si ritraean sotto i bollori. 30
Io vidi, ed anche il cuor me n’accapriccia,1


  1. V. 31. L’Aldina avea ed il Cod. Cassin. ha col Land., BV, BU, il Cavr., il Laur. XL, 7, il parmigiano I, 104 e quello del 1375, il Cartonese il Bg, e altri me n’accapriccia, e io lo richiamo perchè mi s’accapriccia sebbene d’altri e notevoli Cod. (fra cui de’ nuovi da me veduti è il BF.) significa l’effetto, non la cagione o la causa come nella prima espressione. Ho poi meco il R. e la Vindelina, certo molto logici dove non furon tocchi.




nelle chiese ha l’uomo compagnia di scienzia, in taverna ha l’uomo compagnia di ghiottoni, sichè si sovraintende: in inferno si conviene avere compagnia con li demonii.

V. 16. Qui esemplifica lo notare de’ peccatori nella pegola, e dice che sicome li delfini, quando si turba il tempo, si raunano insieme e lasciano lo pelago, e vegnono notando verso le piaggie e rive, con la schiena sovra l’acqua e poi sommergendosi, il quale è segno tale raunamento di turbazione di mare. E però li marinari, che li vegiono, scampano in porto.

Tutto simile notavano li peccatori in quella bolgia mostrando sopra la pegola il dosso, e questo per alleviare la pena, ma di botto si sommergeano per paura di non essere agraffiati. E dice ch’era meno quel tempo che stava discoperto il loro dosso, che non è quello in che balena. Balenare è quello quando di state ch’è grande caldo in l’aire, è acceso alcuni vapori umidi e sottili, che per lo grande caldo s’accendono e per la loro sottilità, è tosto consumato quello umido che s’accende; appellasi lucinero, che è quasi in un batter d’occhio.

25. Qui da uno esemplo de’ peccatori predetti, e dice che sicome alle rive delle fosse d’acqua dolce stanno li ranocchi col capo fuor dell’acqua, e quando vedono uomo o animale, o altra cosa che faccia movimento, incontanente si sommergono, tutto simile stanno li peccatori in quella bolgia; ma quando vedeano alcuno de’demoni, che stavano lì per sovrastanti, incontanente si nascondeano lì sotto la pegola.

31. Seguendo il suo poema dice che come avenne delle rane predette, che alcuna ne rimase sulla riva, così di quelli peccatori ri-