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Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/371

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INFERNO. — Canto XXII. Verso 32 a 46 367

     Uno aspettar così, com’egli incontra
     Che una rana rimane, e l’altra spiccia.
E Graffiacan, che gli era più di contra,
     Gli arroncigliò le impegolate chiome, 35
     E trassel su, che mi parve una lontra.
Io sapea già di tutti quanti il nome,
     Sì li notai, quando furono eletti,
     E poi che si chiamaro, attesi come.
O Rubicante, fa che tu li metti 40
     Gli unghioni addosso sì che tu lo scuoi,
     Gridavan tutti insieme i maledetti.
Ed io: Maestro mio, fa, se tu puoi,
     Che tu sappi chi è lo sciagurato
     Venuto a man degli avversari suoi. 45
Lo Duca mio gli s’accostò allato ,


mase uno, il quale fu aggraffiate da uno di quelli dimonii, ch’avea nome Graffiacane, e tratto fuori suso la riva: e descrive sua apparenza, ponendolo che le parve simile d’una lontra. Lontra è uno animale tutto piloso e nero; hae quattro piedi ed è lungo, ed ha una lunga coda; vive e fa sua pausa la maggior parte del tempo in acqua. Or tutto simile era lo peccatore che fu tratto suso per la pegola dov’era bollito entro.

V. 37. Cioè ch’elli sapea di tutti quelli dieci demonii il nome, ciò era Barbariccia, Alichino, Calcabrina, Cagnazzo, Libicocco, Graffiacane, Draghignazzo, Farfarello, Ciriatto e Rubicante, imperquello ch’elli li notò quando a loro fu commesso per Malacoda quello officio e legazione1.

40. Qui nota li atti sì del parlare come delle persone de’ detti demonii al predetto Rubicante fatti che dovesse procedere in la persona del predetto peccatore.

46. Circa la quale istoria è da sapere che ’l detto peccatore fu uno ch’ebbe nome Giampolo, lo qual nacque per madre d’una gentil donna di Navarra. Vero è ch’elli stesso dice, come appar nel testo, che ’l padre suo fu un Ribaldo2, il quale era distruggitore di sè e delle sue cose. Come fu un poco grandicello fu messo

  1. La chiosa che non mi par di Lana dimenticava Draghignazzo, e poneva Sannuto per nome di demonio, ma egli è appellativo di Ciriatto come si vedrà nel v. 56 di questo Canto, nel qual canto si vede pure al v. 13 che i demoni erano dieci compresa la guida. Ho corretta la chiosa.
  2. Io ho sospetto che la voce ribaldo, la quale nel testo di Dante Cassinese ha la iniziale majuscola non significhi già briccone o scellerato, ma o uno di que’ soldati che diceansi altrove fanti perduti (e questa spiegazione non tengo) o una di quelle prime dignità di corte che appunto ribaldi erano in que’ paesi; e questa idea seguo anche perchè se avea distrutto sè e sue cose, cose dunque avea; e se avea, era civile. Nè senza ciò potea servire a signore, che mi par principe, e poi a Re. Per ciò anch’io ho messa la majuscola a Ribaldo nel Commento e nel testo e, spero, per bene.