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INFERNO. — Canto XXVI. Verso 38 a 55 419

     Che vedesse altro che la fiamma sola
     Sì come nuvoletta, in su salire:
Tal si movea ciascuna per la gola 40
     Del fosso, che nessuna mostra il furto,
     Ed ogni fiamma un peccatore invola.
Io stava sopra il ponte a veder surto.
     Sì che s’io non avessi un ronchion preso,
     Caduto sarei giù senza esser urto. 45
E il Duca, che mi vide tanto atteso,
     Disse: Dentro da’ fuochi son gli spirti:
     Ciascun si fascia di quel ch’egli è inceso.
Maestro mio, risposi, per udirti
     Son io più certo; ma già m’era avviso 50
     Che così fosse, e già voleva dirti:
Chi è in quel fuoco, che vien sì diviso
     Di sopra, che par surger dalla pira,
     Ov’Eteòcle col fratel fu miso?
Risposemi: Là entro si martìra1 55


  1. V. 53 Alla mia scelta concordano i sei Cod. bolognesi.




V. 40. Gola, cioè fondo.

41. Cioè ogni fiamma involava una anima, come appare nel testo.

52. Dice che vide una fiamma la quale era divisa cioè partita, sì ch’era differenzia dell’altre, e dimandò Virgilio chi era in essa dicendo: quella non pare pure quella che uscì dalla pira di Eteocles e di Pollinices? Circa la quale assimilazione è da sapere che, sicom’è detto nel vigesimo capitolo, tra Eteocles e Pollinices fratelli, essendo signori di Tebe, corse questione per la quale l’uno uccise l’altro; si che com’era usanza de’ pagani, elli s’ardeano poich’erano morti e la cenere si salvava; sichè funno messi li corpi di questi due fratelli ad ardere insieme in una pira. Pira è appellato uno stuviglio di ferro1, in lo quale essi s’ardeano. Sichè ardendo questi, faceano elli due fiamme, a dimostrare che sicome funno diversi di volere e di piacere e di parere, così morti per nullo modo s’accordavano. Per la quale divisione di fiamma li suoi corpi furon partiti, e ciascun fu arso per sé. Or dice l’autore: quella fiamma divisa mi somiglia quella di Eteocles e di Pollinices.

55. Qui li notifica Virgilio come lì entro sono Ulixes e Diomedes; e sicome nell’ira, cioè nel peccato furono insieme, cosi nella pena stanno insieme: e soggiunge come lì dentro gemeno, cioè

  1. La Vind. ha uno usiviglio di legno, il R. uno usoveglio di legno, l'Ottimo una cassetta di legno. I Codici Laurenziani non mi aiutarono a trovare il vero come il Magliab. Cosa di legno non serbava certo le ceneri! Ma questo mi par glossema.