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432 INFERNO. — Canto XXVII. Verso 35 a 46

     Senza indugio a parlare incominciai: 35
     anima , che se’ laggiù nascosta,
Romagna tua non è, e non fu mai,
     Senza guerra ne’ cuor de’ suoi tiranni;
     Ma ’n palese nessuna or vi lasciai.1
Ravenna sta, come è stata molti anni: 40
     L’aquila da Polenta là si cova,
     Sì che Cervia ricuopre co’ suoi vanni.
La terra che fe’ già lunga prova,
     E di franceschi sanguinoso mucchio,
     Sotto le branche verdi si ritrova. 45
E il Mastin vecchio, e il nuovo da Verrucchio,


  1. V. 39. Il Cod. Cort, e i BP, BC, BF dopo tant’altri vengono in mio sussidio.
    Il BS avea come altri in pace ma fu poi corretto in palese.




V. 37. Qui risponde Dante, e dice: tu mi domandi se i romagnoli hanno pace o guerra: Or saippi che mai non fu che Romagna non avesse guerra nel cuore de’ suoi tiranni segreta, ben ti dico io tanto che guerra palese non gli è al presente; nè vi lasciai quando discesi qua giuso. E poi ch’ha detto in universali di tutta Romagna, condescende alle signorie particolari; e dice che Ravenna ha quella signorìa che ella ebbe già e più tempo, cioè de’ signori da Polenta, li quali hanno per arme una acquila vermiglia nel campo giallo, e signoreggiano similmente Cervia.1

42. Vanni, sono le penne delle ali presso alle piume, ed estreme, che sono appellate coltelli.

43. Questo è Furlì lo quale al tempo del re Carlo fu suo guerriero, e più volte diede ai Franceschi di grandi sconfitte e grande fracasso, e mai non ne fue obbediente nè a lui nè al conte di Romagna messo da lui in quella provincia, nè a messo di parte guelfa.

45. Cioè che al presente la casa degli Ordelaffi2 la signoreggia, li quali hanno le branche verdi d’un lione nel campo giallo per arme.

46. E ’l Mastin vecchio, poich’ha detto delle predette cittadi lo loro stato, dice mo d’Arimino, lo quale è sotto il Mastin vecchio e nuovo da Verrucchio, cioè sotto li Malatesti, li quali ab antico furono da Verrucchio, cioè da uno castello del contado d’Arimino; e dice Mastino quasi a dire uomini di forcevile impia condizione: Lo nuovo intende Malatestino, lo vecchio intende di messer Malatesta.

  1. Questa glossa avverte che la precedente è uno interpolato.
  2. La R. e la M. aggiungono quelli da Calboli. Ma questo è glossema tanto più che quelli da Calboli furono anzi contro gli Ordelaffi.