Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/460

Da Wikisource.

456 INFERNO. — Canto XXIX. Verso 24 a 46

     Attendi ad altro, ed ei là si rimanga;
Ch’io vidi lui a piè del ponticello 25
     Mostrarti, e minacciar forte col dito,
     Ed udii nominar Geri del Bello.
Tu eri allor sì del tutto impedito
     Sovra colui che già tenne Altaforte,
     Che non guardasti in là; sì fu partito. 30
O Duca mio, la violenta morte
     Che non gli è vendicata ancor, diss’io,
     Per alcun che dell’onta sia consorte,
Fece lui disdegnoso; onde sen gìo
     Senza parlarmi, sì com’io estimo; *
     Ed in ciò m’ha e’ fatto a sé più pio.
Così parlammo insino al luogo primo
     Che dello scoglio l'altra valle mostra,
     Se più lume vi fosse, tutto ad imo.
Quando noi fummo in su l'ultima chiostra40
     Di Malebolge, sì che i suoi conversi
     Potean parere alla veduta nostra,
Lamenti saettaron me diversi,
     Che di pietà ferrati avean gli strali:
     Ond’io gli orecchi colle man copersi. 45
Qual dolor fora, se degli spedali




V. 28. Cioè che non vide ch’era per attento a Beltramo predetto.

29. Altaforte. Fu una fortezza in Inghilterra, la quale quel Beltrame a posta di Joanni1, figliuol del re, teneva e guardava.

31. Chiaro appare per quello che è detto.

33. Cioè che i fiorentini hanno tale uso che tutto il parentado si reputa l'offesa, e così la si imputa da tutti li parenti dello offenditore: e però ciascun parente della parte offesa s’appronta di fare vendetta in lo offenditore o in li suoi parenti.

36. Quasi a dire: s’elli per disdegno non mi favella, io per disdegno sono fatto piatoso averso li suoi nemici; non ne farò vendetta.

37. Chiaro appare che poetizza parlando del luogo.

40. Cioè la decima bolgia.

41. Conversi, cioè termini.

43. Cioè ch’udiva lamenti.

44. Quasi a dire spietati e duri.

46. Qui dà esemplo alla puzza che usciva di quella decima bolgia, e dice che se quel puzzo che escie d’agosto, che è mezzo tra

  1. Vedi la nota al fine del canto XXVIII, testo di Dante. Forse qui in origine era dejoane.