Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/463

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CANTO XXVUI. 32t 16. — Né morte il giunse ancor, né colpa il mena (Rispose il mio maestro) a tormentarlo; Ma, per dar lui esperienza piena, 17. A me, che morto son, convien menarlo Per lo 'nferno quaggiù di giro in giro. E questo é ver così eom'io ti parlo. — 18. Più fur di cento che, quando 1' udirò, S' arrestaron nel fosso a riguardarmi, Per maraviglia obbliando '1 martiro. 10. w— Or di' a fra Dolcin, dunque, che s' atmi, Tu che forse vedrai il sole in breve (S* egli non vuol qui tosto seguitarmi). 20. Sì di vivanda, che stretta di neve Non rechi la vittoria al Noarese, Ch'altrimenti acquistar non saria lieve. — 21. Poi che r un piò, per girsene, sospese, Maometto mi disse està parola; Indi, a partirsi, in terra lo distese. 22. Un altro, che forata avea la gola, E tronco 1 naso infin sotto le ciglia, E non avea ma che un' orecchia sola ; (SL) Giudicata. Conv . Giudica- tare del suo figliuolo a morte. — Ac- cuse. Nel Ialino crimen è «olpa e ac e usa. Ifi. (L) Ginnse: colse. — Lui; a lui. 17. (6L) Menarlo. vEn., Vi : Diùm paena^ ùur.mt -perque omnia duxit. 18. (Lì Fur : furono più di renio. (SL) Marariglia. Mn., VI: Ut videre virutn fulgpnliaque arnia per ìimbras. G»^org., IV ; Ifxa" ^upuere domili, nique inlimalvlhi Tirlara... Atque Ixiuhii venlo rota constilit orbii. 19 (Lì Armi... : armi di vivanda sé. — S'giiifarmi : morire presto. (SI) [Dolcin. G. Vili ,Vlll,8t] -~ lodo. Corron self anni dar questo vaticinio di Maometto alla morie di Dol'ùno. .Maomelio difende un semi- natore di scisma par .suo. Iu eremita ed eretico novarese , e predii:ó co- muni le mogli , e simili cose: fece tremila sej^uaci , e per due anni si re.sse , (Inchè stretto tra' monti del Vercellese, e dall' alla neve impe- ditogli rubare le vettovaglie, fu da que' di Kovara e da talli 1 Lombardi, a;corsi quasi crociati, preso; e nel 1306 con altri de' suoi e con la sua Margherita arso vìvo. Altri de' se- guaci morirono di fame e di freddo, aliri a.Togaii, altri di ferro ed altre crudeli pene, le quali forse avranno confermata al Poeta l' idea del Can- to innanzi di giustiziarlo, fu, con alcuni pochi, tratto su un carro per via con bracieri da arroventar le ta- naglie; e strappavan loro le carni; e, sttappalele, le gettavan sul fuoco : nò perù egli, né la bella e ricca Mar- gherita, nò altri vosero ritrattarsi. E da dire che il male si fosse dila- tato, se r .\nonimo vide in Padova ardere venlidue villani per simile causa. 20. (L) Cho. : la quale vittoria. ^t. (L) E<ta: questa. (SL) Indi. Mn. , VI : Tantum (ff'atui et in verbo vaiiaia torsit. 22. (L) 3ia; fuor. (SL) Altro. Passa ai motori di