Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/60

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Lll LERIME. tro r Francesi, che rauqjono per Firenze: e un Aragonese erede di corona tedesca, e un giovane Tedesco che, onorato di lieta accoglienza dalle italiane città, va sul piano di Ta- gliacozzo a portare la pena di colpe non sue: e Saraceni ohe yengon da Tunisi in favore di lui , Saraceni fatti già concittadini agl'Italiani in Nocera : Italiani che vanno nel- l'Asia ad apprendere guerra e commercio e vizii e lusso, e vi piantan colonie: e tradizioni orientali, settentrionali, romane, cristiane, infondersi nelle nascenti o nelle rigene- rate città. Questo allargava gì' ingegni oltre il giro delle anguste lor mura; sì che a que' tempi una terra, un ca- stello nutriva più vasti spiriti che parecchie delle nostre dominanti al presente non nutrano. E le città si collega- vano tra loro, come nazione con nazione; e movevano guerra or a un povero villaggio, or a un re potentissimo : e più soldati e più marinari contavano parecchie di loro che ora non hanno abitanti. 'Le sommosse frequenti, le in- cessanti discordie, il variare di parti da palmo a palmo di terra ; il conflitto della campagna con la città, della plebe co* nobili, dell' impero col sacerdozio; i messi regii e i le- gati apostolici, i placiti e gli anatemi, i concilii eie diete: ogni cosa era un incalzarsi continuo di novità, continuo attrito che dagli animi e dagl' ingegni traeva scintille d'in- cendio, scintille di vita. Farsi Guelfi i già Ghilellini, Ghi- bellini i già G^uelfi ; principi fugati, venduti, trucidati sui campo, strozzati ne' palagi, carcerati, ingabbiati, abbacinati, impiccati. Fuorusciti illustri a colonie, ospiti infelicissimi a torme; tradimenti fortunati; lunghi assedii, battaglie san- guinose; ambizioni audaci, disperato coraggio. La repub- blica attigua al principato, la libertà con la tirannide con- fusa talvolta, alternata sovente; grandi che sorgono dalla polvere, grandi che nella polvere precipitano; corti ma- gnifiche, magnifiche assemblee: cerimonie solenni e cre- dute; giuochi maschi, spettacoli popolali, violenti esercizii; prede, trofei, monumenti. L'eleganza che spunta dalla forza; il piacere che, quasi molla compressa, rimbalza dall' intimo del dolore; martirii ambiti, terribili voluttà. L'arte che già m comincia a frenar la natura, la natura che della propria li- bertà sente ancora gì' impeti divini; l'esperienza giovane, la religione gigante. Su ciuest' ampio e fermo terreno s'in- nalzò T edifìzio che noi cliiamiamo la Commedia di Dante,