Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/175

Da Wikisource.
   [v. 10-21] c o m m e n t o 163

coronato; lo centesimo decimo fu Arrigo di Lusimburgo che fu attoscato a Bonconvento, lo centesimo undecimo fu Ludovico di Baviera chiamato Bavaro e non fu coronato; lo centesimo duodecimo fu Carlo re di Boemia, coronato a Roma per papa Chimento 1; cioè per li suoi cardinali nel 1355; lo centesimo tredecimo è ora Vinceslao re di Boemia figliuolo del detto Carlo lo quale non è anco coronato, benchè corra 1393 dalla incarnazione. E sotto l’ombra de le sacre penne; cioè sotto l’apparenzia della insegna imperiale, cioè dell’aquila; e dice sacre penne, cioè dell’aquila, e pone la parte per lo tutto, cioè per l’aquila; e tanto dice così, perchè l’aquila con l’ale aperte è la insegna de lo imperio e dice sacre: imperò che tale insegna è consecrata, cioè confirmata per tutti li imperadori passati; e ben dice ombra: imperò che l’imperadori incominciorno avere pur lo nome e l’apparenzia dello imperio; ma non l’opera; e però si può dire ombra come è avale, che è lo imperio pur in nome et in vista, e non in fatti; e così dopo Costantino, digradando la potenzia dell’imperadori, rimase lo nome de lo imperio e l’ombra, Governò ’l mondo; cioè resse lo governo del mondo, pur per l’ombra delli imperadori passati, lì; cioè stando in Grecia a Costantinopoli, di mano in mano; cioè d’imperadore in imperadore; e ben dice che l’aquila governò lo mondo: imperò che per essa s’intende la potenzia e l’autorità imperiale, la quale vola sopra tutte le signorie per eccellenzia, come l’aquila sopra tutti li uccelli, E sì; cioè per sì fatto modo, cangiando; cioè cambiando e mutando l’uno imperadore dopo l’altro, e succedendo, in su la mia; cioè mano, pervenne; cioè l’aquila, cioè la dignità imperiale e potenzia, succedendo pervenne a la mia amministrazione et operazione, cioè ad essere esercitata per me. E questo spirito, che parlato à insino a qui, si manifesta nella seguente parte.

C. VI — v. 10-21. In questi quattro ternari lo nostro autore finge che lo spirito, che avea parlato di sopra, ora si li manifestasse per nome e per offizio e dicesseli brevemente la condizione della sua vita, dicendo così: Cesari fui; cioè io, che t’ò parlato, fui nel mondo imperadore de’ Romani; ma stetti in Grecia a Costantinopoli, come appare di sopra: la cagione, per che l’imperadori si chiamano Cesari, fu presa da Iulio Cesari lo quale fu lo primo imperadore dei Romani, e però poi tutti gli altri furno detti Cesari; e perchè le dignità mondane non durano se non mentre che si sta nel mondo, e vegnano meno quando l’uomo muore, però dice: fui; cioè quand’io fui nel mondo; ma non a vale, e son; cioè ora, Iustinia-

  1. Chimento, Chimenti, Chemente, Clemente, clemento adoperarono indifferentemente i nostri antichi, come chiaro e claro. E.