Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/393

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C A N T O     XIII.

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1Imagini chi bene intender cupe1 2
     Ciò ch’io or vidi, e ritenga l’image,
     Mentre ch’io dico, come ferma rupe,
4Quindici stelle, che ’n diverse plage
     Il Ciel avvivan di tanto sereno,
     Che soverchia dell’arte ogni compage;3 4
7Imagini quel Carro, a cui il seno1
     Basta del nostro Cielo e notte e giorno,
     Sì ch’ al volger del temo non vien meno;5
10Imagini la bocca di quel corno,1
     Che s’incomincia in punta de lo stelo,6
     A cui la prima ruota va dintorno,
13Aver fatto di sè du’ segni in Cielo,
     Qual fece la filliuola di Minoi,
     Allora che sentì di morte il gielo,
16E l’un ver l’altro aver li raggi suoi,7
     Et ambedu’ girarsi per maniera,
     Che l’uno andasse al primo, e l’altro al poi;

  1. 1,0 1,1 1,2 vv. 1, 7, 10. C. A. Immagini
  2. v. 1 Cupe; desidera, dal cupio dei Latini. E.
  3. v. 6. C. A. dell’aere
  4. v. 6. Compage; dal latino compago, come image ec. E.
  5. v. 9. Temo; timone modellato sul nominativo latino, come sermo, Dido ec. E.
  6. v. 11. C. A. Che si comincia
  7. v. 16. C. A. E l’un nell’altro