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paradiso

Ma nel commensurar de’ nostri gaggi Col merLo, è parte di nostra letizia, Perché flOfl li vedem minor nè maggi. 120 Quinci addolcisce la viva giustizia In noi 1’ affetto sì, che non si puote Torcer giammai ad alcuna nequizia. 123 Diverse voci fanno dolci note: Così diversi scanni in nosira vita Renclon dolce armonia tra queste ruote. 126 E dentro alla presente margherita Luce la luce di Romeo, di cui Fu 1’ opra grande e bella mal gradita. 129 Ma i Provenzali che fer contra lui, Non hanno riso, e però mal cammina Qual si fa danno del ben far d’ altrui. 132 Quattro figlie ebbe, e ciascuna reina, Ramondo Berlinghieri, e ciò gli fece Romeo persona umile e peregrina; l3 E poi il mosser le parole biece A dimandar ragione a questo giusto, Che gli assegnò sette e cinque per diece. 138 Indi partissi povero e vetusto: E se il mondo sapesse il cuor ch’ egli ebbe, Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe. 142 COMMENTO DI BENVENUTO In tre parti si divide il sesto canto. — Nella prima, Giustiniano brevemente tocca il suo impero e le proprie opere. Nella seconda, celebra le glorie dell’impero romano. Nella terza, si mostra un’ anima moderna.