Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/125

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CiNTO VI. tornò a Collazia, dove fu gentilmente accolto, e come si conveniva a figlio di re. Ma la notte, mentre tutti eran sepolti nel sonno, entrò di soppiatto nella camera di Lucrezia, che dormiva tranquillamente sul maritale letto, ed impugnato un ferro che le drizzò al cuore, la destò, e la richiese di colpevole corrispondenza; e non potendo appagare di primo momento le brutte sue voglie, minacciava sempre più della morte, e che le avrebbe messo accanto un servo sgozzato in prova cli’ entrambi fossero stati colti in adulterio. Cedette la misera, e Sesto ottenne quanto bramava. Ma appena Sesto usciva, ella mandò nunzi al padre e marito , e loro sponendo 1’ insulto sofferto, disse che il corpo si, ma non l’animo le si era macchiato: però non voleva scansare la pena, e rapidamente si mise, di mano propria, un pugnale nel cuore e spirò. Bruto traendo il pugnale dal petto dell’ estinta, e mostrandolo al popolo ancora grondante di sangue, lo eccitò non al pianto, ma invece alla più alta vendetta. Collatino vedovatodi tanta donna, al popolo perorando, ottenne il decreto che Tarquinio, e figli si avessero per decaduti dal regno ed espulsi da Roma. Tarquinio avvertito volò, lasciato l’esercito, a Roma, ma trovò chiuse le porte, e Bruto correndo per una strada diversa agli accampamenti, volse 1’ esercito stesso verso Roma liberata da tanta iniqua servitù, e sai che fe dal mal de le Sabtne dal ratto delle sabine. Sant’ Agostino condanna il ratto che sembra scusabile colla necessità, giacché le Sabine non furono rapite per lussuria, ma per desiderio di legittima unione matrimoniale al dolor di Lucretia? lo stesso sant’ Agostino all’ incontro loda Lucrezia per onestà, e la fa colpevole del suicidio, giacché punì io sè stessa il delitto di un altro del quale era totalmente innocente. Come romana volle, colDigitized by Google