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paradiso

l’uccidersi, dare al mondo quella testimonianza di sua innocenza, che non poteva dare diversamente. In sette regi ne’ primi sette re di Roma: Dante compendia i primordi di Roma. Essa ebbe re di lei fondatori. Niuno più ardito di Romolo, sotto del quale il popolo imparò l’arte di guerra. Numa, dato alle cose sacre, rese il popolo religioso, temprando il fervor delle armi. Tullo Ostilio insegnò la militare disciplina, e provvide alla sicurezza del regno. Anco cinse la città di mura, togliendola ai guasti continui delle incursioni de’vicini. Tarquinio Prisco crebbe la città con fabbriche e tempii. Servio inventò il censo, perchè 1’ impero conoscesse le proprie ricchezze, e per mettere a peso pubblico le milizie. Tarquinio Superbo colla sua tirannide operò che il popolo scuotesse il giogo, ed otienesse un sommo bene, la libertà. Così Roma sotto Romolo fu guerriera — sotto Numa, religiosa — sotto Tullo, armata — sotto Anco, sicura — sotto Prisco, ornata— sotto Servio. premiata — sotto Tarquinio Superbo, liberata — I re ebbero regno per 243 anni vincendo intorno te genti vicine che furono molte, e specialmente i veientani, la città de’quali un giorno fu la pili florida, sui confini della Toscana, e che p0- scia Camillo prese, dopo per altro dieci anni di assedio. Ora Giustiniano compendia il tempo di Roma sotto de’ consoli per lo spazio di quattrocento anni, dopo acquistata la libertà, I galli sennoni, al dir di Livio, popoli feroci guidati da Brenno, entrati in Italia occuparono le regioni fra l’Alpi ed il Po, e passato l’Apennino, tentavano prender Chiusi. Credendosi offesi dagli ambasciatori romani volsero il loro furore a Roma stessa, e dopo avere combattuto e disperso l’esercito romano e fatto impeto presso di Albia si scagliarono sopra Roma ch’era senza difese, e vi misero tutto a ferro