Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/141

Da Wikisource.

canto

VI. 131

Cai], Cesare tornò ad Ispali ora (letta Sicilia, lagnandosi coi cittadini di avere aiutato Gneo, e dicendo loro con insultante superbia che il popolo romano aveva dieci legioni capaci di far la guerra al cielo: e tali legioni erano quello che aveva per sè; dunque tutte le altre contavano nulla. — Così ebbe fine la guerra civile di Cesare che durò quattro anni. da indi dopo la guerra di Alessandria scese folgorando a luba I’ aquila scese vittoriosa a Giuba o Mauritania onde se volse al nostro occidente alla parte occidentale d’ Europa ove sentia la pompejana luba dove Cesare udiva il suono guerriero dell’esercito pompeiano. Di Sesto, altro figlio di Pompeo che scappò, si parlerà altrove. Caio Cesare figlio di Lucio ebbe tali qualità, che mai non si videro in tanto numero in altro principe. Di origine nobilissima, della famiglia Giulia — bellissimo di persona — senza pari in guerra, da non avere confronto nè con Annibale, nè con Alessandro, nè con Scipione — operatore di cose maraviglioso tanto da ritenersi incredibili. Fu eloquentissimo, eTulho lo mette ottimo fra gli oratori: poeta, compose un carme intitolato — Viaggio—Storico — e descrisse le sue gesta con UflO stile inarrivabile. Scrisse I’Antìcatone,ccorresse le leggi (lei tempo suo. Compì il computo: regolò il corso dell’anno trovando il bisestile: dettò contemporaneamente a molti Co1 isLi. Liberalissimo, non ritenne cosa alcuna per sè da tante vittorie: non si riserbò che la facoltà didistribuire le spoglie. Fu il più clemente di tutti i principi. Tullio lo paragona ad un Dio, e sant’ Agostino dice — che i senatori uccisero Cesare che operò la guerra civile, ma aveva usata clemenza delle vittorie, sicchè operarono contro del fine loro, contro la libertà. — Tanto temperante, che Catone suo nemico capitale soleva dire — Cesare sobrio sovvertì la repubblica. — Magnanimo (pianto