Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/193

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canto

IX. 183

Dante volge il discorso a Clemenza figliuola di Carlo Martello e moglie di Lodovico X re di Francia ancora vivente quando Dante scriveva questi versi o bella Clementia onesta, e pudica oltre che bella da poi che Carlo tuo padre m ebbe chiarito mi ebbe sciolti i dubbi mi narro gi inganni che Roberto doveva fare ai flgliuoli del fratello Carlo che ricever dovea di sua semenza. Ma soggiunge per consolarla ma disse taci e lascia volger gli anni ma Carlo disse, sta quieto, e lascia scorrere il tempo si ch’ io non possa dire se non che giusto pianto verra di dretro a nostri danni e vedrai se giustamente si verseranno lagrime sulle sventure del regno — Roberto morì senza prole, e gli successe una nipote. e gia la vita di quel lume sancto 1’ anima beata di Carlo rivolta sera al sole che la riempie si era rivolta a Dio che la riempie di beatitudine come quel ben dia oqni cosa e tanto come al bene a ogni cosa bastante. ah guai a voi anime ingannate da false apparenze e facture impie e che diverrete empie che torcete i cori da si facto bene torcendo la mente da così fatto bene driciando in vanita le vostre tempie! correndo dietro a sole vanità! Qui il Poeta nel pianeta di Venere mostra una donna influenzata. Cunizia sorella del feroce Ezzelino (la Romano, della quale si parlò nel canto VI del Purgatorio ebbe amori con Sordello Mantovano, e fu con lui pia, benigna e misericordiosa, 1, compassionando alle sventure cagionate dal fratello. Se quei di Cipro alzarono altari, e Roma templi, i primi a Venere, gli altri a Floraduedee libidinose,quantopiù Dante può metter salva Cunizia che fu al fin de’ conti una cristiana e si pentì. et ecco un altro di quelli splendori di quegli spiriti beati veE me si fece mi si accostò e significava il suo voler piacermi nel chiarir di fuori e mostrava la sua voloiità di cornl)iuccl’Digitized by Google